Imprinting
Potrò avere 8 o 9 anni, è la prima estate in cui ho le chiavi di casa. I miei sono al lavoro dalla mattina alla sera, la scuola è finita e anche mia sorella, più grande di undici anni, al primo impiego non può certo farmi compagnia. Sono io l’ometto di casa. Non ho amici e vinco la solitudine davanti alla tv. I cartoni animati e i programmi per bambini non mi bastano più ed è così che quell’estate rimango folgorato da qualcos’altro che vedo alla televisione. Davanti ai miei occhi di bambino un mondo fantastico dove tutto è perfetto, si schiude. Un mondo dove i costumi sono di Adrian o di un genio come Cecil Beaton, un mondo dove Ginger e Fred volteggiano leggiadri, salvo poi scoprire che gli abiti potevano essere scomodissimi, come quello in maglia metallica della Rogers, la cui manica in un piroettare ferisce il volto del caro Fred, all’insaputa del pubblico che a bocca aperta – me compreso- segue il loro amoreggiare danzante. È Hollywood con la sua finzione, ma anche con il suo glamour, i suoi ideali di bellezza, dove le eroine di Hitchcock sono perfette nella loro algida iconografia.
Ma su tutti, nel mio immaginario di bambino è “The thin man/L’uomo ombra” quello che più si insinua e colpisce. Mirna Loy e William Powell sono una coppia da ammirare, innamorati e dalla vita intensa, scossa da eventi misteriosi, che puntualmente i due con arguzia, humour e savoir faire risolvono. Bellissimi, cambiano abito in ogni scena, prima di coricarsi conversano indossando vestaglie meravigliose e sorseggiano elegantemente un bourbon. Mi innamoro perdutamente del loro guardaroba, del loro stile, delle battute taglienti.
È la prima tappa di un cammino di formazione estetica, culturale, che di lì a poco mi porterà verso la scena musicale inglese, non a caso con una passione sfrenata per chi ha fatto dell’approccio estetico un punto di partenza, saccheggiando ed elaborando proprio la vecchia Hollywood, poi al mondo di Warhol, con la sua Factory e lo Studio 54, Haring e Madonna…ma questa è un’altra storia.
Ma su tutti, nel mio immaginario di bambino è “The thin man/L’uomo ombra” quello che più si insinua e colpisce. Mirna Loy e William Powell sono una coppia da ammirare, innamorati e dalla vita intensa, scossa da eventi misteriosi, che puntualmente i due con arguzia, humour e savoir faire risolvono. Bellissimi, cambiano abito in ogni scena, prima di coricarsi conversano indossando vestaglie meravigliose e sorseggiano elegantemente un bourbon. Mi innamoro perdutamente del loro guardaroba, del loro stile, delle battute taglienti.
È la prima tappa di un cammino di formazione estetica, culturale, che di lì a poco mi porterà verso la scena musicale inglese, non a caso con una passione sfrenata per chi ha fatto dell’approccio estetico un punto di partenza, saccheggiando ed elaborando proprio la vecchia Hollywood, poi al mondo di Warhol, con la sua Factory e lo Studio 54, Haring e Madonna…ma questa è un’altra storia.
incanto nel leggere, nel sentir raccontare...
RispondiEliminasuggestioni facili da condividere.
incantevole davvero e chiudo gli occhi sognando che la moda non ti abbia ferito più di tanto... anche se so che non è vero. La tua Giannetta.
RispondiEliminaUn abbraccio al caro Stefano che ho avuto il piacere di conoscere e lavorare al suo fianco. Con affetto.
RispondiEliminaSephiròth*