lunedì 2 agosto 2010

Penny Sort Blanche



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Incantamento


"On the surface simplicity
But the darkest pit in me
It's pagan poetry
Pagan poetry.."


La mia esistenza è un filo di perle infinito. Si muove in maniera epilettica e felina, su immagini sospese in un cumulo caotico e vorticante di bianco. Di luce inebriante. Di vibrante incantamento che come un mantra infinito ripete parole di cui non ho memoria alcuna.
Mani esperte cuciono perle su un abito di bianca castità. Mia nonna con occhi esperti veglia il lavoro delle sarte che cantano con voci silenziose canti femminili intrisi di tradizioni fatte di terra, profumi di gelsomini e magia. Un bambino piccolo che spiava un lavoro femminile,che chiudeva gli occhi e sognava portandosi via. Un bambino piccolo con solo 19 notti nella sua esistenza che tiene in mano lo stesso ago con gli stessi occhi di Sua nonna e di quelle donne, ma con mente diversa fatta di fantasia pura, acrobatica che si diletta in volteggi incompresibili, che sfuggono alle regole banali della logica e della morale, che si contraggono alle mani sottili, ai tessuti preziosi e trasparenti che come specchi che piegano il destino dei pensieri trasformandoli in forma pura. Le mani che al ritmo di un incantesimo mentale, seguite solo dal pensiero profondo lasciano spazio al segno sulla carta, disegnando prototipi e archetipiche figure, frutti fuggiti all 'insensata demenza della logica e partorite all'inconscio sublime del'istintiva bellezza. Energia vibrante di libertà come il vento che sospinge via l'animo innalzandolo al Sole. Questo si sente quando si crea arte, quando scorrono fili di perle tra la tua mente e il foglio. Trame di un incanto artistico che genera, che da vita ad altro.
Ed è quello che io sento e quello per cui dal profondo, vivo.




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